attrezzatura e abbigliamento alpinismo invernale

Abbigliamento e attrezzatura per l’alpinismo invernale: i consigli di Hervé Barmasse

Abbiamo parlato, sempre su questo blog, sull’abbigliamento invernale per la MTB, per la corsa e per lo sci alpinismo. Oggi parliamo di abbigliamento e attrezzatura invernale per l’alpinismo, e ne parliamo con un vero esperto, Hervé Barmasse, che ci spiega cosa dobbiamo portare con noi nelle uscite in quota.

L’abbigliamento per l’alpinismo invernale: tecnico e funzionale

L’abbigliamento è il primo aspetto da valutare quando si parla di alpinismo invernale. Il mio consiglio è di scegliere un abbigliamento caldo e allo stesso tempo traspirante, rispettando la regola degli strati, che è sempre valida.

La parte alta del corpo

Per la parte alta servirà un primo layer a contatto con la pelle, un secondo strato caldo, la giacca e un piumino per le giornate più fredde. Oggi la tecnologia ci viene in aiuto con i tessuti tecnici di ultima generazione, leggeri, pratici e funzionali. Sul mercato potete trovare una nuova membrana con cui sono realizzati i capi tecnici: si chiama Future Lite, è traspirante e funge da termoregolatore, adattandosi alle attività più intense così come alle pause. Questo ci eviterà di togliere e rimettere la giacca in continuazione, con il cambiare della temperatura.
Ultimo strato, il piumino. Le sua caratteristiche dipendono molto da quanto vi muovete in montagna ma, in linea di massima, non vi servirà un capo pesante da Himalaya. Un piumino caldo, adatto alle temperature delle Alpi, sarà più che sufficiente.

La parte bassa del corpo

Per quanto riguarda la parte inferiore del corpo, consiglio una calzamaglia per il primo strato – più o meno pesante in base alle temperature e all’intensità dell’attività che vi aspetta – e un pantalone tecnico, se possibile sempre in membrana Future Lite. Ovviamente, se vi muoverete nella neve in velocità vi servirà un abbigliamento più leggero, mentre se vi attendono una scalata o una cascata di ghiaccio – quindi un’attività più lenta, soprattutto se siete alle prime armi – optate per una calzamaglia più pesante, che vi protegga dal freddo quando sarete fermi.
In generale preferisco i tessuti tecnici e traspiranti quando l’attività è molto veloce, mentre quando mi aspettano ritmi più lenti opto per tessuti Polartec, che sono più caldi e si asciugano in fretta. Inoltre, dettaglio non trascurabile, evitano il problema del cattivo odore a cui ci hanno abituati i tessuti sintetici classici.

Quando si parla di abbigliamento per l’alpinismo invernale, d’altra parte, bisogna fare una scelta: acquistare capi realizzati in tessuti tecnici di qualità, destinati a durare a lungo, oppure risparmiare acquistando capi che però, necessariamente, dureranno meno.
Certo è che scegliendo tessuti tecnici performanti e di qualità, impermeabili, antivento e traspiranti, con un solo set di vestiti si possono soddisfare tutte le esigenze, indipendentemente da come vi muoverete in montagna.

abbigliamento alpinismo invernale

Gli accessori per l’alpinismo invernale

L’abbigliamento è un aspetto fondamentale da curare per chi fa alpinismo invernale ma gli accessori lo sono altrettanto.

Il berretto
Quando fa freddo, il 45% circa del calore corporeo si disperde attraverso la testa. Ecco perché è indispensabile coprirla in modo adeguato, con capi tecnici traspiranti. Solitamente io uso un berretto più leggero e uno più caldo, oppure la fascia associata a un berretto caldo.

I guanti
Lo stesso discorso vale per i guanti, visto che anche le mani devono essere sempre al caldo. Consiglio un guanto leggero quando vi aspetta un’attività più aerobica e le muffole, invece, quando fa molto freddo: poter tenere le dita a contatto le une con le altre può fare la differenza.

Le calze
Altro dettaglio non trascurabile: le calze. Anche in questo caso le loro caratteristiche variano in base al tipo di attività che ci aspetta. Se ci muoveremo molto, meglio che non siano troppo pesanti, altrimenti il piede suderà e, nelle soste, il freddo convertirà l’umidità in brina dentro lo scarpone… e non è una bella sensazione.

Gli scarponi
Gli scarponi sono un accessorio molto tecnico. Senza entrare troppo nel dettaglio – visto che ogni disciplina ha delle esigenze specifiche -, mi sento di consigliare una scarpa che sia il più possibile versatile – capace di adattarsi a diverse situazioni, dalla camminata nella neve all’alpinismo – non troppo pesante in termini di grammi, ma in grado di tenere il piede al caldo, un aspetto che è fondamentale.

Il casco
Il casco va usato sempre, in montagna. Non solo se si fa scialpinismo. Vi consiglio di scegliere modelli sì protettivi ma anche comodi e molto leggeri, per non affaticare testa e collo dopo ore in quota.

Ramponi e piccozze
La necessità di ramponi e piccozze dipende dall’uscita che vi aspetta. In generale, fatta salva l’attrezzatura specifica che ogni attività richiede, un rampone, anche non necessariamente tecnico, può sempre tornare utile, nel caso ci imbattessimo in un pezzo di neve dura, di ghiaccio, in una cresta, prima magari di ricalzare gli sci. Allo stesso modo, una piccozza leggera potrebbe servirci come appoggio nei passaggi più critici.

Lo zaino
Per me lo zaino è indispensabile, è “un vestito in più” per l’alpinista, che va sempre portato con sé. Dovrà essere uno zaino con una buona capienza ma soprattutto leggero, che pesi, da vuoto, non più di 800 grammi.

Gli occhiali
Gli occhiali sono un accessorio spesso sottovalutato ma in realtà utilissimo: ci proteggono dal sole ma anche dall’aria gelida che, oltre ad essere fastidiosa, irrita gli occhi. Bisogna però fare attenzione alle lenti, che devono essere fotocromatiche. Le lenti fotocromatiche costano forse un po’ di più ma, in compenso, si adattano ad ogni esigenza, dalle luci grigie del brutto tempo a quelle scarse del primo mattino fino ai raggi del sole più pieno.

L’equipaggiamento di base per la vostra sicurezza

La montagna ha i suoi pericoli ed è vero che, facendo alpinismo, accettiamo il rischio. Questo però non vuol dire farlo con leggerezza, anzi. Dobbiamo sempre essere attrezzati per la nostra sicurezza.

Artva, pala e sonda
Un terzetto di strumenti che non possono mancare nell’attrezzatura di un alpinista. Indispensabili per le attività invernali a rischio valanghe, come lo sci alpinismo e l’arrampicata su cascate di ghiaccio.

Il kit di Pronto Soccorso
Portate sempre con voi un kit per il primo soccorso. Occupa poco posto ma potrebbe rivelarsi provvidenziale nelle piccole emergenze.

Un dispositivo di sicurezza satellitare
In montagna è molto importante poter essere sempre rintracciabili. Non c’è bisogno di scalare l’Himalaya: anche sulle nostre Alpi molte zone non sono coperte dalla rete telefonica. Pensare di affidarsi solo ad un telefono cellulare, per le comunicazioni, sarebbe quantomeno imprudente, perché in caso di bisogno potrebbe non essere possibile allertare i soccorsi. Io porto sempre con me Garmin inReach Mini: è piccolo, leggero, ma mi permette di comunicare in qualunque luogo mi trovi, in qualunque momento. Inoltre consente a chi sta a casa di seguire i miei spostamenti.

Garmin fēnix 6, l’alleato ideale nell’alpinismo invernale

E poi c’è il Garmin fēnix 6, che ormai è diventato un fedele e irrinunciabile compagno di viaggio, proprio come l’inReach, e che vi consiglio. Non mi serve solo per registrare un’attività, confrontarla con quelle precedenti e monitorare i dati. Mi fornisce anche riferimenti sull’ora del tramonto e del sorgere del sole – che in montagna è molto utile – e sul mio stato di forma, monitorando la frequenza cardiaca. Un dato importante che mi permette di capire, ad esempio, se è il caso di rallentare oppure se proseguire con quel passo. Tutti i dati sono sempre a portata di mano, basta una rapida occhiata.

Anche il pulsossimetro è molto utile in questo senso, ci aiuta a valutare l’acclimantamento in quota. Bisogna solo avere l’accortezza di misurare prima la saturazione dell’ossigeno nel sangue in condizioni normali e tenere quella come valore di riferimento, non quello di defalut. Questa funzione era già presente nel fēnix 5X ma nel fēnix 6 è stata ulteriormente migliorata. Sull’Himalaya avevo con me sia il fēnix 6 sia un classico ossimetro da dito e ho potuto constatare che le due rilevazioni corrispondevano.

La funzione Pulse Ox sul fenix 6 al polso di Hervé Barmasse