trek segafredo 2020

Un nuovo approccio mentale per i professionisti alla ripartenza di questa stagione ciclistica

Il team ciclistico professionista Trek-Segafredo ha avuto un inizio di stagione brillante purtroppo interrotto a causa del coronavirus. Con l’annullamento di molte gare e l’incertezza sulla ripresa, la più grande sfida, sia per lo staff che per i ciclisti, è stata quella di riuscire a tenere alta la concentrazione. Abbiamo parlato con Josu Larrazabal, responsabile delle performance del team, di quanto sia stato difficile mantenere alto il morale durante il lockdown e delle tante sfide attese dagli atleti nella seconda parte della stagione.

Un grande inizio di stagione

Larrazabal lavora per la squadra dal 2013 e si occupa di tutto il lavoro multidisciplinare per lo staff e gli atleti. Oltre ad un gruppo di sette corridori che allena direttamente (uomini e donne), lo spagnolo coordina e guida anche un gruppo di allenatori, medici e nutrizionisti.

Nella scorsa stagione la squadra ha ottenuto dei buoni risultati con una vittoria al Giro d’Italia e con Bauke Mollema che ha vinto Il Lombardia, una delle cinque Classiche Monumento. Tra le proprie file, il team può vantare la maglia iridata Mads Pedersen, vincitore dei campionati del mondo 2019.

Quest’anno la squadra, grazie ad un’ottima preparazione invernale, è riuscita a mantenere lo stato di forma che gli ha permesso di conseguire una doppia vittoria nel Tour Down Under con Richie Porte e Ruth Winder. Altri grandi risultatigrazie a Jasper Stuyven, vincitore della gara di apertura Omloop Het Nieuwsblad ed il quarto posto assoluto di Vincenzo Nibali alla Parigi-Nizza.

Il campione Siciliano, unitosi al team quest’anno, secondo Larrazabal, ha avuto un impatto enorme sull’intera squadra. “Affiancarlo a Porte e Mollema significa poter coprire ogni singola corsa a tappe di una settimana o anche un Grand Tour con ottime garanzie di risultato”. Lo Squalo di Messina ha un ricco palmares, tra cui la vittoria del Tour de France e del Giro d’Italia (due volte!) ed è considerato uno dei ciclisti più importanti del gruppo.

Le sfide durante il lockdown

Non sembravano esserci nuvole all’orizzonte, fino a quando diverse gare sono state annullate e l’intera stagione si è fermata. “E’ stato un periodo molto sfidante, con 40 corridori da gestire e tante diverse reazioni. Chi vive di ciclismo come noi ha un forte senso competitivo ed un bisogno costante di grandi obiettivi da raggiungere. Quando le gare iniziano ad essere annullate quell’adrenalina viene meno e tutto scompare”.

Durante il lockdown il team ha lavorato duramente monitorando il carico di lavoro giorno dopo giorno. Larrazabal afferma che, nel primo mese, la maggior parte dei corridori si è attenuta alla propria routine quotidiana con la speranza di tornare a correre di nuovo in tempi relativamente brevi. Tuttavia, con il rinvio di molte corse durante il secondo mese, compreso il Tour de France, gli atleti hanno preso atto che ci sarebbe voluto molto più tempo del previsto prima di tornare a gareggiare, ed è stato proprio questo che ha creato le maggiori difficoltà.

Il team ha deciso di assecondare le diverse esigenze dei corridori concedendo loro delle pause. Nella fase finale del lockdown è stato stilato il nuovo calendario e questo è stato di grande aiuto per gli atleti. “Il sollievo per i ciclisti è stato incredibile”, ha detto Larrazabal. “Nella prima settimana di quel terzo mese, molti di loro hanno avuto un enorme carico di lavoro, compresi gli atleti che erano ancora autorizzati a pedalare solo indoor. Non appena tutti hanno potuto pedalare su strada, abbiamo lavorato sul fondo senza concentrarci sulla potenza. Avevano bisogno di godersi di nuovo la libertà e questo stava facendo la differenza”.

Un’esperienza importante

La squadra ha capito che il lato mentale viene sempre prima. “Da questa esperienza abbiamo appreso che in situazioni in cui la sfida per il ciclista è soprattutto di tipo mentale, bisogna evitare lo stress da allenamento. Penso che siamo stati molto bravi a non motivarli eccessivamente supportando soprattutto quelli in maggiore difficoltà. Sono contento di come gli allenatori e i direttori sportivi abbiano affrontato questa sfida comprendendone problematiche ed esigenze”.

Tuttavia, questo periodo non è stato del tutto negativo. Lo staff ed i ciclisti sono spesso in viaggio, avendo di conseguenza poco tempo per amici e familiari. “Ci siamo ritrovati in una situazione completamente nuova, più concentrati sulla nostra vita personale. Di tanto in tanto la vita ti insegna l’importanza delle piccole cose”.

La rifinitura

A luglio la squadra ha tenuto diversi training camp in altura per prepararsi alle tappe di montagna dei Grandi Giri. “È stato molto importante per tutti tornare di nuovo alla vita reale. I ritiri ci hanno ricordato quanto sia fondamentale mantenere lo stesso approccio mentale dell’inizio stagione. Sono tutti pronti fisicamente, la motivazione ora è altissima, dobbiamo più che mai tornare alle gare!”.

I nuovi Edge, dotati di funzione ClimbPro possono essere di grande aiuto. “Questa funzione fa la differenza nelle gare e piace molto ai ciclisti che la usano.Nelle gare collinari e di montagna ci sono tante salite, ma come direttore sportivo sei in grado di andare nel dettaglio di tutte. Ci sarebbero troppe informazioni da comunicare alla radio. Grazie a questa funzione possiamo caricare i file GPX delle tappe nei ciclocomputer in modo che  gli atleti possano vedere le informazioni che gli serviranno in maniera indipendente. Quasi tutti lo usano e ci danno sempre un buon feedback al riguardo”.

Stesse gare, nuove variabili

Riparte la stagione con alcune grandi Classiche in Italia. C’è molto entusiasmo in squadra ma Larrazabal mette in guardia i suoi atleti sulle nuove sfide che dovranno affrontare:

Calendario denso
Abbiamo un calendario frenetico con molte gare concentrare in un breve periodo di tempo. “I grandi obiettivi sono immediatamente dopo la ripartenza e bisogna esser pronti già dalla prima gara. Normalmente si ha più tempo per arrivare alla forma migliore per un Grand Tour, ma ora si parte all’inizio di Agosto ed il Tour de France è alle porte, quindi mi aspetto un livello alto già dalle prime gare”.

Condizioni meteo
Un’altra conseguenza dello slittamento del calendario sono le diverse condizioni climatiche alle quali siamo abituati. “Le differenze maggiori saranno per il Tour de France e La Vuelta. In Francia il caldo non è lo stesso a Luglio rispetto a Settembre. I ciclisti che normalmente soffrono con il caldo avranno ora maggiori possibilità di fare meglio al Tour. Per la Vuelta il tempo sarà completamente diverso. Non avremo i 37 gradi di Agosto e ad Ottobre e Novembre non credo che il caldo sarà più un problema. Per il Giro e le Classiche del nord, non mi aspetto grandi differenze perché il clima europeo può essere irregolare in primavera come in autunno”.

La sfida mentale
Con una stagione così breve, non c’è tempo per recuperare mentalmente dopo una battuta d’arresto. “Non ci sono dubbi sul bisogno mentale di correre. I ciclisti vogliono mettersi alla prova e testare sin da subito la loro condizione. Poi si tratta di gestire al meglio la forma in una stagione così breve. Da un punto di vista fisico possiamo mantenere alto il livello nei prossimi tre mesi di gare, ma la principale sfida sarà mantenere alta la condizione mentale. La prossima gara è già dietro l’angolo”.

Una sfida biologica
“In generale ci sono ciclisti che si sono comportati sempre molto bene nella fase finale della stagione. Questo ha a che fare con i ritmi biologici e l’approccio mentale. Quest’anno arriveremo alla fine della stagione quasi in inverno, con il termine della Vuelta l’8 Novembre. Dopo tante stagioni con un calendario invariato, quest’anno per alcuni potrà essere un adattamento difficile. Ottobre è normalmente il momento della pausa, Novembre è l’inizio del nuovo periodo di allenamento e Dicembre il mese dei primi ritiri con le squadre. Tutto questo è completamente integrato nel nostro orologio biologico”.

Maggior competizione
Infine, questo periodo ha portato problemi finanziari a molte squadre e molti professionisti, che non hanno un ingaggio per il prossimo anno, vogliono dimostrare di meritarselo. Per questo daranno il massimo durante le gare. “Fortunatamente, non è il caso di Trek-Segafredo a cui dobbiamo essere molto grati. Il messaggio del team durante il lockdown è stato chiaro sin dall’inizio e questo farà la differenza nella seconda parte della stagione, sia per i ciclisti che per lo staff. Dobbiamo molto a Trek e non possiamo dimenticarlo. I nostri obiettivi sono vincere una delle grandi classiche con Stuyven e Pedersen, una tappa in ogni Grand Tour, arrivare nei primi cinque al Tour de France con Mollema o Porte e, ovviamente vincere il Giro d’Italia. Nibali sarà la nostra punta di diamante. Questi sono gli obiettivi dell’ultima parte della stagione e saremmo molto felici di poterli raggiungere!”