come si svolge un match race

Come Si Svolge Un Match Race

Il match race rappresenta per i velisti una sfida affascinante, in grado di mettere alla prova sia le performance della propria barca che la capacità dell’equipaggio di gestire le situazioni. Con questo termine viene indicata una competizione velica in cui due imbarcazioni uguali concorrono all’interno di un campo di regata e si sfidano, l’uno contro l’altro, in un percorso: vince chi taglia per primo il traguardo. Si tratta di una modalità ben differente dalla regata di flotta, nella quale possono competere contemporaneamente numerose barche anche molto differenti tra loro, ognuna per la categoria  di appartenenza.

La mente corre subito alle grandi sfide della America’s Cup, il match race per eccellenza che dalla metà del XIX secolo coinvolge i migliori equipaggi del mondo in una serie di regate mozzafiato in grado di appassionare anche chi non conosce la vela. Questa tipologia di regata è però diffusa e praticata a tutti i livelli anche nei nostri mari: per cimentarsi in questa competizione occorre un equipaggio affiatato, una adeguata conoscenza dei segnali e del Regolamento di Regata, e un’efficiente strumentazione di bordo.

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Match Race: le fasi principali

I match race sono governati dal Regolamento di Regata, e nello specifico dall’Appendice C dello stesso, che riporta le principali norme relative a questa tipologia di competizione. Per capire come si svolge un match race si può prendere ad esempio un incontro di scacchi, un duello cioè in cui ad ogni mossa di un concorrente corrisponde la contromossa dell’avversario. Se in una regata d’altura di flotta, ad esempio, l’attenzione è rivolta alle prestazioni della propria barca e alla ricerca della massima velocità, nel match race si naviga contro l’avversario, cercando di metterlo in difficoltà prevedendo e anticipando le sue mosse. In questa all’abilità del timoniere occorre associare grande capacità tattica e rapidità di valutazione delle decisioni giuste da prendere. Ma come si svolge un match race? Vediamo insieme le principali fasi.

GLI SFIDANTI
I concorrenti si affrontano a bordo di due barche uguali, dello stesso tipo e della stessa stazza. Le barche sono contrassegnate da due differenti colori, giallo e blu: ad essi corrispondono due bandiere, presenti nella barca di arbitraggio, che serviranno per comunicare eventuali penalità o avvertimenti agli equipaggi.

IL PERCORSO
Il percorso di un match race è in genere semplice e si configura come un bastone bolina-poppa da compiere in genere due o tre volte. Il lato di bolina termina con la virata alla boa, più raramente un cancello, che deve essere effettuata lasciando la boa a destra.

LA PARTENZA
Si tratta di uno dei momenti più intensi ed emozionanti di un match race. L’obiettivo, in generale, è quello di tagliare la linea del via al momento giusto e alla massima velocità possibile, ma c’è dell’altro: quando la barca comitato espone il segnale P, che indica 4 minuti dallo start, gli equipaggi possono fare il loro ingresso nell’area della partenza, entrando dai rispettivi lati in base al colore che è stato loro assegnato ovvero giallo per il lato della barca comitato e blu per il lato boa. A questo punto iniziano le fasi più concitate dell’intera regata che sono caratterizzate da una lunga serie di schermaglie tattiche, fatte da incroci e marcature, in cui gli equipaggi cercano di guadagnare il lato scelto per la partenza e, al contempo, di mettere l’avversario in difficoltà, controllandolo e sfruttando tutti i vantaggi che possono essere dati dal regolamento per mettere in difficoltà l’avversario. Ammainato il segnale P manca ormai 1 minuto alla partenza e diventa fondamentale calcolare velocità e distanza dalla linea del via, cercare di non varcarla in anticipo e nel contempo costringere l’avversario a farlo, spingendolo da una situazione vantaggiosa in termini di regolamento. Un approccio vincente nella partenza di una regata consiste nel permettere all’equipaggio di dirigersi verso il lato del campo individuato come quello migliore e poter bordeggiare in testa secondo la propria strategia.

le fasi del match race

IL LATO DI BOLINA
Tutto il match race è generalmente caratterizzato dal tentativo dei due contendenti di controllarsi reciprocamente. Ogni strategia di regata infatti è tendenzialmente tesa a fare in modo che la propria imbarcazione sia davanti a quella avversaria e si frapponga tra essa e la boa. Partire davanti costituisce quindi l’indubbio vantaggio di poter navigare liberamente e rispondere alle virate avversarie, cercando di mantenere la posizione per arrivare per primi alla boa di bolina, altro punto nevralgico della contesa. La barca che sta dietro infatti cercherà di liberarsi della marcatura avversaria, per creare un punto di rottura che consenta di cambiare gli equilibri e guadagnare terreno. In queste, come in tutte le fasi, la regata è arbitrata da vicino, attraverso una barca con i giudici che raccolgono e deliberano eventuali richieste di penalità che possono giungere dagli equipaggi, qualora questi ravvisino un’infrazione o ritengano di essere stati vittima di un comportamento scorretto.

LA BOA DI BOLINA
Momento fondamentale per il buon esito del match race è la capacità di affrontare al meglio la boa di bolina e possibilmente trarre vantaggio. La regola è in teoria semplice: chi sta tra boa e avversario, se entrambi sono sulle stesse mure, ha il diritto di precedenza: in caso di mure differenti la precedenza spetta invece all’equipaggio che naviga con mure a dritta. Una buona tattica di chi è in svantaggio consiste nell’avvicinarsi alla boa con mure a dritta, in modo da obbligare la barca in testa a manovrare per non perdere la precedenza acquisita. Molto delicata è anche la fase successiva, in cui si issa lo spinnaker, la vela che consente di prendere il vento sul lato di poppa, e discendere il campo verso la linea d’arrivo.

IL LATO DI POPPA
Questa fase si caratterizza per il tentativo continuo di chi insegue di coprire l’avversario che sta davanti, frapponendosi tra questi e la direzione dalla quale soffia il vento. In questo modo la barca in testa sarà costretta a correggere la rotta per cercare vento pulito e uscire dalla marcatura, rallentando e allungando il percorso che porta alla boa. Ciò ovviamente non impedisce agli equipaggi di cambiare lato, in base alle indicazioni degli strumenti di bordo, all’osservazione sul campo e alle previsioni sui possibili cambi di direzione del vento, e scegliere dove andare a navigare, nella speranza di trovare un salto di vento o condizioni favorevoli che consentano di arrivare per primi alla linea del traguardo. 

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