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Il salvataggio di un amico: sopravvivere a una caduta sul Monte Baldy

Il Mount Baldy in California, con la sua vicinanza a Los Angeles, è una destinazione escursionistica molto popolare. Ma essendo alta più di 3.000 metri e con un terreno ripido e variabile, venti forti, neve e ghiaccio nei mesi invernali, affrontare questa Montagna può essere molto pericoloso. Ne sa qualcosa Jessica Friedman che mentre era nel mezzo di un’uscita in gruppo ha visto un amico cadere in un dirupo.

Il racconto di Jessica

Io e due amici abbiamo preso la via dell’Icehouse Canyon e ci siamo divertiti moltissimo oltre Timber Mountain – 1.200 metri di arrampicata verticale – nel tentativo di fare il giro delle “Tre T” sul Monte Baldy.

Come appassionati escursionisti, ci sentivamo sicuri della nostra capacità di camminare tra rocce, neve e ghiaccio utilizzando i nostri bastoncini e piccozze. Faceva freddo e c’era molto vento, ma il nostro ritmo costante ci teneva al caldo.

Questa fantastica escursione ha però preso una brutta piega dopo aver raggiunto Timber Saddle verso il Telegraph. C’era molto ghiaccio e ci siamo avvicinati a un’area più ghiacciata sembrandoci tutto sommato sicura. Avevamo la mappa dei sentieri e a questo punto eravamo già a metà dell’escursione.

Il mio amico era davanti a me e ha attraversato il ghiaccio per primo. È scivolato e dopo qualche metro di caduta ha colpito un albero che lo ha fatto girare su sé stesso: da quel momento ha iniziato a prendere sempre più velocità, rotolando giù dalla montagna.

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È caduto per decine di metri schiantandosi contro tutto ciò che ha trovato, compresi alberi e massi. Si è innescata anche una piccola frana che lo ha seguito fino a valle. È stato uno spettacolo traumatico da vedere. Le autorità hanno poi confermato che quel tipo di caduta, solitamente, non lascia scampo. Infatti, nella stessa stagione, diversi escursionisti hanno purtroppo trovato la morte in questa zona.

Abbiamo chiamato più volte il mio amico, ma non abbiamo ricevuto risposta. Ero certa che si fosse rotto ogni osso del corpo e che fosse incosciente, così l’altro mio amico è entrato in azione e, afferrando la piccozza, è sceso per iniziare la ricerca trovando, incredibilmente, il nostro amico ancora vivo.

Durante la caduta aveva perso tutto l’equipaggiamento, compreso lo zaino, i ramponi, gli indumenti extra e il Garmin InReach. Inoltre, soffriva molto ed era ovviamente sotto shock: completamente bagnato e infreddolito. I suoi vestiti erano strappati ed era pieno di escoriazioni. Gli abbiamo fornito supporto insieme a cibo e acqua e, insieme, abbiamo concordato di scendere dalla montagna il più velocemente possibile. Abbiamo scavato un sentiero nel ghiaccio e siamo stati costretti ad attraversare lo stesso tratto in cui è caduto.

Dopo aver superato alcuni tornanti, è diventato subito evidente che il nostro amico ferito faceva fatica a camminare ed era probabile avesse lesioni interne. A quel punto ho preso il mio dispositivo di comunicazione satellitare Garmin InReach e ho premuto il pulsante SOS.

Il team Garmin Response è stato incredibilmente rapido ed efficente. Hanno organizzato il decollo di un elicottero di salvataggio che è arrivato nel giro di 30 minuti. Il team di soccorso è rimasto in comunicazione costante fornendoci aggiornamenti sullo stato del team di recupero. Contestualmente hanno chiamato immediatamente i miei genitori e mio fratello, impostati preventivamente come miei contatti di emergenza, per far loro sapere cosa stava succedendo.

Anche un altro elicottero è arrivato sopra di noi, ma entrambi, purtroppo,  si sono poi allontanati senza atterrare. L’unica comunicazione era sul mio inReach Mini: era l’unica cosa che mi dava la sicurezza di poter tornare a casa.

Col passare del tempo, le condizioni meteo stavano cambiando radicalmente. Stava per arrivare una tempesta proprio sopra di noi. La temperatura è scesa rapidamente e il vento si è alzato. Ci è stato detto che a causa della tempesta gli elicotteri non avrebbero tentato l’atterraggio. A quel punto cominciavamo a sentire gli effetti del tempo passato al freddo: dita delle mani e dei piedi intorpidite. Ho iniziato a farmi prendere dal panico, non avevamo molte vie d’uscita. Potevamo scegliere tra incamminarci al buio o aspettare per ore il personale di terra.

Tuttavia, Garmin Response è rimasta in contatto con noi per tutto il tempo e ci ha consigliato di attendere. Con l’avvicinarsi della quarta ora di attesa, ho ricevuto un ping sul mio dispositivo inReach: era un messaggio personale dello sceriffo che ci informava che il pilota dell’elicottero e la sua squadra sarebbero tornati a prenderci con un mezzo più grande dotato di verricello.

Arrivati sul posto hanno calato un paranco dall’elicottero per trasportarci uno per uno. L’incredibile squadra di soccorso ci ha issato sull’elicottero, ci ha messo in sicurezza e ci ha rassicurato sul fatto che stessimo in buone condizioni. Ho pianto per tutto il volo di ritorno perché eravamo tutti salvi e il mio amico è sopravvissuto.

Sono grata a tutti gli uomini e le donne che ci hanno salvato: le squadre di elicotteristi e il supporto a terra SAR della contea di San Bernardino. Sarò per sempre grata a tutti loro. E sono particolarmente contenta di aver scelto Garmin inReach: è stato fondamentale averlo con me.