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Ecco la sua orata

Seduto al tavolo di questo ristorantino di Aci Trezza con lo sguardo rivolto all’orizzonte, scaldato dal sole, osservo le imbarcazioni dei pescatori. Un mestiere affascinante, spesso snobbato, duro, difficile, scomodo. Vivono il mare da un osservatorio privilegiato, che gli permette di ammirare lo spettacolo dell’alba e del tramonto, il canto dei gabbiani, la nebbia del mattino autunnale, ma anche difficile, con il freddo dell’inverno, la pioggia che spesso ti sorprende, un mare che ti scuote quando è mosso, che incute paura e rispetto, quel mare che a volte si porta via qualche vita, ma sempre magnifico e grandioso.

“Ecco la sua orata”

Una voce gentile mi sveglia da questo sogno ad occhi aperti.

“Pensi che una volta le pescavo io, ora ci sta mio figlio in mezzo al mare, e la pesca è diventata sempre più difficile.” 

Silvano mi spiega che i pescatori d’oggi, pur mantenendo quell’aura romantica e antica, legata a tradizioni, riti scaramantici, profezie e territorialità, se non avessero adottato sistemi tecnologicamente avanzati (ad esempio il Chirp, un ecoscandaglio che è in grado di penetrare l’acqua con una potenza 10 volte superiore rispetto ai fishfinder tradizionali), non avrebbero potuto continuare a vivere di questo splendido mestiere. E’ strano che un “pescatore anziano” abbracci lo sviluppo tecnologico in modo così convinto.

“Mangi che si fredda”

Dopo questa simpatica digressione, posso iniziare a gustare la mia orata, apprezzandone di più il sapore, e alzando almeno un calice ai pescatori di Aci Trezza (ma non solo) e al Chirp.

Salute!