leggere un ecoscandaglio

Come si Legge un Ecoscandaglio?

Col passare degli anni l’ecoscandaglio è diventato sempre più uno strumento indispensabile per i pescatori. Nato inizialmente per prevenire unicamente incagli delle imbarcazioni sui fondali, ha trovato successivamente impiego nella pesca professionale, per poi diventare di più largo consumo, anche grazie ad un abbattimento dei costi dei prodotti.

I dispositivi moderni sono dotati di molteplici utili funzioni oltre che fornire informazioni sulle batimetriche su cui si sta navigando: imparare a leggere un ecoscandaglio consente ad esempio l’identificazione morfologica dei fondali e di eventuali relitti, ma anche di rilevare la presenza di banchi di pesci o di singoli esemplari così da scegliere le esche più adatte se non addirittura optare per una tecnica oppure per un’altra. 

Per sfruttare al meglio queste utili funzioni è ovviamente necessaria una buona conoscenza del dispositivo scelto, imparando ad interpretarne correttamente il display. I moderni apparati Garmin consentono di scandagliare e visualizzare ciò che si trova al di sotto dell’imbarcazione sfruttando le più innovative tecnologie.

Abbinando un chartplotter ad un modello di trasduttore Marine oppure ad un altro, si potranno coprire differenti aree sottostanti la propria imbarcazione. Non è più unicamente visibile ciò che sta sotto la propria carena, ma anche ciò che avviene “lateralmente” e frontalmente.

L’alta frequenza impiegata consente infatti una visualizzazione dei dettagli, quasi a livello fotografico. L’impiego di trasduttori altamente sofisticati quali i Panoptix, permettono poi un ulteriore incremento della definizione delle immagini, anche a scafo fermo.

Ma come leggere il display di un ecoscandaglio? Ecco alcuni utili consigli per interpretare al meglio dati e immagini del vostro dispositivo.

Come leggere il fondale con un ecoscandaglio

Leggere il display di un ecoscandaglio correttamente consente di ottenere tutte le informazioni relative a:

1. Consistenza del fondale
È un elemento da non sottovalutare in quanto permette a priori di capire quale sia la morfologia di ciò che sta sotto di noi, se c’è sabbia, posidonie, roccia o sedimenti vari. In ognuno di essi si crea una vita sottomarina variabile, che il pescatore deve conoscere per decidere quale tipo di approccio e tecnica adottare per insidiare questa o quella specie. Il fondale, sugli schermi degli apparati eco, viene visualizzato con differenti gradazioni di colori a seconda della sua durezza.

2. Dimensioni dei pesci
I segnali eco provenienti dal trasduttore vengono tradotti sul display sotto forma di segnali (marcature), le cui dimensioni variano a seconda della grandezza delle prede contro cui il segnale rimbalza. Le marcature possono assumere forma di archi o, come ad esempio sulla serie STRIKER di Garmin, rappresentare anche l’icona di pesci per renderne più semplice l’identificazione.
I loro movimenti in acqua invece, segnalati sul display con scie, aiutano chi sta pescando a determinarne l’identificazione a priori. Così, unendo i dati di profondità e comportamenti, si potrà intuire se ci si trova in presenza di un tonno, di semplice mangianza, di dentici, di calamari o di altre specie.

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3. Configurazione dei fondali
Poter capire se si sta pescando su una secca, su una superficie piatta o rocciosa può essere a volte determinante. Se si pratica la traina infatti, sarà opportuno poter seguire visivamente sul display il percorso di un fondale al fine di alzare o abbassare il terminale con il piombo a seconda delle necessità. Se invece ci si dedica a bolentino o vertical, occorrerà poter trovare un determinato waypoint su cui ancorarsi e calare le lenze a caccia di pesci che amano magari rintanarsi (ad esempio le cernie) oppure che gravitano alla base di una secca.

come leggere fondale ecoscandaglio

4. Batimetriche
La profondità è un altro elemento importante per determinare quale tipo di pesca praticare, e quali prede insidiare. Le specie ittiche, infatti, non vivono tutte alle stesse batimetriche, ma si differenziano per abitudini e per tipologia di cibo di cui si nutrono nei differenti ambienti a diverse profondità. Gli habitat inoltre cambiano a seconda delle stagioni. Gli ecoscandagli, identificato un branco di pesci attraverso le cosiddette “marcature”, possono fornire dati inequivocabili sulla profondità in cui quei determinati pesci stazionano o nuotano, evitando di pescare a profondità maggiori o inferiori, che renderebbero invisibili ai loro occhi le esche.

5. Presenza di relitti
Anche in questo caso leggere correttamente un ecoscandaglio può garantire un miglior risultato. I relitti, infatti, dopo la loro deposizione, si convertono spesso in “nuove tane” per varie specie di pesci. Poterli identificare attraverso una corretta mappatura consente di archiviare nuovi interessanti punti di pesca su cui tornare durante i vari periodi dell’anno.
La possibilità di poter utilizzare apparati ad alta definizione garantisce un “ritorno d’immagini” superiore e di conseguenza una più facile identificazione e ritrovamento anche di relitti semi-sommersi.

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