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Antarctica Unlimited – il viaggio di Omar

Omar Di Felice parte in spedizione per la prima traversata in bicicletta dell’Antartide in solitaria, attraverso il Polo Sud.

Un impresa ai limiti, come il continente che sta per raggiungere: oltre alle temperature rigide, Omar dovrà fare i conti con zone prive di centri abitati. Un viaggio in solitaria, in autosufficienza.

Un progetto che ha non solo un valore di ricerca del limite. Si tratta infatti della terza avventura del progetto Bike to 1.5 °C, realizzato in collaborazione con Italian Climate Network ed ESA, per la sensibilizzazione ai cambiamenti climatici.

Omar, si sta recando in una zona del nostro pianeta che siamo abituati a vedere a margini delle nostre mappe, ai limiti. E forse è proprio così. Per farsi un’idea della dimensione dell’Antartide è necessario andare a recuperare il vecchio mappamondo delle elementari. È il quarto continente più vasto della terra ed è ricoperto al 98% dalla calotta glaciale.

Ecco a voi un’inedita intervista che Omar ha rilasciato per Garmin prima della sua partenza.

Omar di Felice: scopri la sua passione e il suo mondo

Omar, esattamente da dove partirai e quale è il “percorso” che seguirai?  E soprattutto, possiamo parlare di Percorso?

Partirò da Hercules Inlet sulla costa occidentale per dirigermi a sud verso il Polo, che raggiungerò dopo i primi 1200 km. A quel punto tenterò di raggiungere la costa posta sulla base del Leverett Glacier per un totale di quasi 2000 km.

Sarai in autosufficienza in una zona che, tanto per capirci, ha una densità di abitanti stabili con parecchi zeri decimali: 0,00007 ab/km2 . Incontrerai esseri umani solo all’inizio e alla fine del tuo viaggio?

La presenza di esseri umani in Antartide è circoscritta alle poche basi scientifiche poste in un continente il cui diametro si aggira sui 4000 km. Incontrerò qualche forma di vita alla base del Polo Sud, dopo 1200 km, dove sorge la base di ricerca americana Scott-Amundsen. Sarà un incontro fugace e surreale.

Sarai dotato di una bici con slitta, ci spieghi come ti proteggerai dal freddo in una zona dove facilmente raggiungerai i -40 gradi Celsius?

Oltre all’abbigliamento specifico per pedalare in inverno, sarò avvolto da una tuta d’alta quota realizzata con UYN. Un prototipo analogo a quello impiegato durante le lunghe e difficili scalate agli 8000 himalayani ma con caratteristiche di vestibilità che mi consentiranno di poter pedalare.

Notte e giorno, a quella latitudine come ti organizzerai con il sonno e, soprattutto, come è possibile riscaldare rapidamente la tenda? Che tipo di attrezzatura avrai per la notte?

Dormirò in una tenda d’alpinismo senza alcuna forma di riscaldamento che sarebbe impossibile da trainare. La temperatura all’interno, infatti, sarà pressoché la medesima esterna, eccezion fatta per la protezione dal vento e dalle previste bufere di neve. Un sacco a pelo d’alta quota servirà a garantirmi un po’ di ristoro durante le notti che saranno, comunque, prive di sonno di “qualità”.

Parliamo di strumentazione elettronica: avrai con te un Garmin inReach che consentirà di trasmettere sempre la tua posizione e un GPSMAP 66i per conoscere le tue coordinate: percorrere 2.000 km senza questa attrezzatura sarebbe veramente impensabile.

Sia dal punto di vista delle comunicazioni per la propria sicurezza sia per navigare, gli strumenti inReach sarebbero imprescindibili. Oltretutto sono indispensabili e obbligatori per fornire la posizione in tempo reale, così da consentire l’invio di eventuali soccorsi in tempo, qualora dovesse accadere qualcosa o mi trovassi nella condizione di dover inviare un segnale di SOS.

Infine, il tracciamento LIVE di tutta l’avventura e la registrazione di tutta la traccia è l’unico modo per poter certificare la veridicità di un’impresa sportiva ai nostri tempi. In assenza di questi dati l’avventura non avrebbe alcun valore se non essere catalogata solo come un “viaggio”.

Hai una bicicletta studiata appositamente per questa impresa: che cosa ha di particolare?

Si tratta di una fatbike realizzata insieme a Wilier, in acciaio per poter avere la miglior struttura possibile, cui collegare una slitta il cui peso iniziale si aggirerà sugli 80 kg. Per il resto il detto “less is more” è quello che applicherò alla spedizione: ruote da fatbike da 4.8” e gruppo Shimano Deore XT 1x11V, di cui utilizzerò, probabilmente, i pignoni maggiori, vista la difficoltà che incontrerò nell’avanzare con un simile carico.

Quale è la difficiltà maggiore di questa impresa: la stanchezza, il freddo o la solitudine?

L’Antartide è il luogo più remoto ed estremo del pianeta. Nessun altro posto è neanche lontanamente paragonabile per condizioni climatiche e ambientali. Il Mix di solitudine, freddo estremo, innevamento, crepacci e rarefazione dell’aria (il Polo Sud è a quasi 3000 m di quota) lo rendono il luogo più inaccessibile del pianeta. Nessun’altra zona (eccezion fatta per l’oceano artico nei pressi del Polo Nord), dalle remote regioni della Siberia in giù, si avvicina al continente antartico.

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